giovedì, ottobre 04, 2007

Fugace raccolta di considerazioni (Non tutte mie) sull’Aldilà e l’Eguagliatrice



…come chiosa ai pensieri di ieri.

La morte, non è una gran bella prospettiva. Anzi, almeno lo fosse, una prospettiva! Non è rappresentabile, è sempre la morte degli altri. Come condannati in una cella, vediamo gli altri esser portati via e non sappiamo quando toccherà a noi (Pascal, credo). Strehler diceva per esorcizzare “solo gli stronzi muoiono!”.

Il nulla è sempre in agguato, non importa se tra un secondo o tra un anno. E ci sta davanti da soli, ci fa mettere in spalla un carico che nessun groppone se non il nostro può portare, senza nemmeno che abbiamo barrato una casella prima di nascere: vuole Lei venire al mondo e assumersi il conseguente fardello omaggio? SI’ / NO.

Le statistiche se siamo giovani ci danno qualche illusione, e, da vecchi, non c’è nessuno che lo sia tanto -come diceva Cicerone- da non credere che non vivrà ancora un anno. Ma, intendiamoci, non è l’illusione di risolvere la questione, solo di rimandarla. In questo tutti dobbiamo condurre una politica da governo balneare: in assenza di soluzioni, proroghe.

Le religioni ci dicono invece che dopo c’è qualcosa. Mentre i filosofi sostengono che parlare di un “dopo” dopo la fine è un controsenso, come un cerchio quadrato di ferro ligneo. Wittgenstein aggiunge che, a ben vedere, anche se ci fosse una vita infinita nell’aldilà, non sarebbe eliminato l’enigma della vita stessa [TRACTATUS 6.4312]. A me comunque andrebbe bene, eh!?

Non si sa bene che cosa sia l'aldilà delle religioni. Quando Dante provò a descrivere quello cristiano ne fece una copia dell’aldiqua, solo più sanguigna (inferno e purgatorio) o più eterea (paradiso - eterea ho detto, ma ci si può lo stesso dire male del Vaticano, cfr. XXVII 25-27). Giovanni Paolo II, come estrema difesa dalle critiche al geo-antropomorfismo in cui ogni tentativo di rappresentazione inevitabilmente scade, disse che quei presunti luoghi sono piuttosto “stati della mente”. Il purgatorio lo è di sicuro, visto che per sostenerne l’esistenza ci si aggrappa a delle ragnatele concettuali, si stiracchiano quattro versetti striminziti.

Addirittura poi il Cattolicesimo prospetta un dopo-dopo-dopo! Una resurrezione dei corpi che è uno dei punti più imbarazzanti del credo (e infatti nel catechismo ufficiale si dice che è irrappresentabile e si tira via veloci veloci sperando che qualcuno non salti su a far troppe domande). Chiedetene un po’ ai vostri amici cattolici che cosa ne sanno.

Più concreto è il paradiso dei Musulmani. Un posto bellissimo, una specie di oasi piena di frescura, di ombra e di acqua (e te lo credo che ha originariamente allettato delle popolazioni beduine) in cui, oltre alle sette (o settantasette?) vergini, ci sono anche dei bei “garzoni” (così Bausani traduce pudicamente quella che è un’effettiva traccia di pederastia alla greca nelle Parole del Clemente e Misericordioso, il Quale evidentemente provvede anche a coloro i cui occhi godono delle forme maschili [LVI, 17] in barba a Ahmadinejad che invece li impicca). Ci viene assicurato che là non avremo mal di testa [sic - LVI 19] e speriamo allora nemmeno il raffreddore o la costipazione.

Ma a quanto pare, qualunque cosa sia, che cosa succede nell'aldilà a ciascuno dipende da come ci è comportati qui, nel non-ancora-di-là. C'è un rapporto causa-effetto: se ti sei impegnato, passi, se no ti bocciano (con il purgatorio dei cattolici che è un po' come gli esami di riparazione). E la bocciatura è poco piacevole, si parla di fiamme oppure, se si è un pochino più raffinati, à la Wojtyła, della lontananza da Dio. Naturalmente sempre Dio ha un diritto discrezionale, può a sua volta cambiare le cose e rimuovere i trapassati dalle loro sedi come carriarmatini sulla plancia del Risiko, se vuole. Direbbe un mio amico irlandese: "God can do whatever she wants"! Come ha fatto Ratzinger (che in questo si è dimostrato buon emulo, immagine terrestre, del(la) Superiore) quando ha tirato fuori i bambini dal limbo. Limbo che semplicemente è stato lasciato perdere perché indifendibile, ancor più fragile del purgatorio.

Di inferno si parla meno, anche se si ricevono in udienza dittatori che sicuramente lo meriteranno, o forse proprio per non metterli in imbarazzo. Per sentire due parole al proposito c'è da ascoltare Radio Maria con l'ineffabile Don Fanzaga. Ma mai ad personam, quelle parole, si intende! C'è quasi una pruderie per la dannazione, si dice che lo sa poi Dio se qualcuno se la merita e perché. Lo stesso non vale per il paradiso dove invece si va con nome e cognome, con tanto di carte bollate e di gigantografie in Piazza S. Pietro. Un po' più coerenti i Musulmani che, forse perché non sono ancora passati attraverso una fase storico-social-mediatica buonista, all'inferno ci mandano gli infedeli e dicono esplicitamente di sé che il giorno dopo saranno in paradiso col Profeta (questo, generalmente, prima di farne una grossa). Gli ebrei invece, presi come sono dai loro problemi terreni, all'aldilà non ci pensano troppo, è importante quel che si fa qui e ora. La religione spesso nel pregiudizio associata al calcolo e al commercio è quella che invece, con l'aldilà, fa meno speculazioni del tipo "questo in cambio di quello". Oggi il detto ebraico più noto al riguardo della morte è quello di Woody Allen che dice che non è che ne ha paura ma non vorrebbe essere lì quando succede a lui. Sarà che i rabbini, finissimi ragionatori, al contrario dei preti e dei saggi musulmani han capito che c'è poco da scervellarsi e che è vergognoso contrattarci.


Ma torniamo al paradiso. E immaginiamo di credere che ci sia.


Ho visto tanta gente passarsela male, qui sulla Terra che è poi il posto dove son sempre stato. Passarsela peggio anche di me, intendiamoci (che però il paradiso non lo merito, quindi non faccio testo) E se la passava peggio dei papi, dei vescovi, dei cardinali, delle reginedinghilterra, dei georgebush, dei binladen, dei nasrallah. O anche solo delle famiglie integraliste cristiane della bible belt che vanno a ringraziare il Signore in pick up. O delle onorevoli col cilicio. O delle famigliole in bici ai “dì della famiglia”. O dei papaboys che si pagano viaggi fino agli antipodi per partecipare a Godstock (o Popestock - che Dio ci sia non si sa infatti, che il pontefice vi appaia è certo).

E allora, questi se la godono sulla terra, stanno benissimo e poi, nel dopo, devono stare ancora meglio? Mi viene da dire: c’è PURE il Paradiso!? Avete avuto tutto e adesso volete anche quello, per sempre!? Che ingiustizia!

Mentre quelli che son stati male in vita magari sì, in paradiso ci vanno, ma con i ricordi della vitaccia passata? Ad esempio con i ricordi della lebbra patita a Calcutta? O dei dolori lancinanti che se li son portati via in tenera età? O del Lager in cui son stati fatti fuori come bestie? Sì, dico con i ricordi, lo devo assumere, perché se si cancellano o modificano quelli si cancella o modifica l'identità e in tal caso sarebbe come se andasse in paradiso qualcun'altro! [1]. E con i ricordi traslocano in cielo le ingiustizie terrene.

Meglio quindi se non c’è niente. Nel nulla io, nel nulla i miserabili, ma con tutti i pasciuti filistei!

(E lo so che è una magra consolazione).

Valete.

[1] Ma questo forse è un ragionamento troppo filosofico per i teologi vaticani, meglio spendere i tesori dell'intelletto alla ricerca di miracoli per intentare processi di beatificazione e santificazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bè io penso che quando saremo lassù i nostri dolori sofferti quaggiù saranno le nostre + grandi gioie dopo ovviamente il conoscere di quanto Gesù ci ama!un esempio scemo:ammetti ke le giornate siano sempre soleggiate..sole oggi sole domani non ti soffermi + su quant è bello!Ammetti che 1 giorno piova..com è bello se il giorno dopo torna il sereno!!é si xkè "Dio tergerà ogni lacrima dai nostri occhi" e forse quelli + contenti sono proprio questi..anche xkè se no non si spiega troppo xkè nel Vangelo vengano chiamati beati non trovi?ciao ciao mi raccomando datti 1 pokino da fare anche tu x arrivare lì!!Magari a lì rivederci speriamo(bè se Dio non mi fa entrare io non entro..si tratta solo di affidarsi a Lui:)