domenica, settembre 16, 2007

la religione, il liberalismo e l'intolleranza



Ogni volta che discuto di religione, chiesa e modo di vivere la religione con un amico cattolico, mi cascano mediamente le braccia: non c'è nulla di più inutile e frustrante che cercare di mostrare certe cose a chi graniticamente considera alcuni argomenti come intoccabili e non lascia spazio ad alcuna dialettica. Ci tengo a premettere che io NON sono anticlericale, credo fermamente nella libertà di professare il proprio culto, qualunque esso sia nella maniera che si preferisce. Credo anche nella libera manifestazione del pensiero, cardine della società occidentale nata dal liberalismo classico, e quindi ritengo che sia un diritto sacrosanto professare un'idea quanto dire tutto il male possibile su di essa.

In quanto liberale, io sono un convinto assertore della laicità intesa come libertà (sempre entro i limiti inderogabili del c.d. primicipio del "neminem laedere") di non essere obbligati a sottostare ad imperativi morali ed a condotte di vita che non si condividono.
Quindi quando parlo in modo pesantemente critico di una religione, specie di quelle religioni che a mio avviso oggi stanno peggiorando a livello globale la qualità della vita nel mondo (l'islam in primis, poi a seguire il cattolicesimo), mi limito a contestare la loro pervasività, la loro volontà costante di volere imporre su di tutti i propri precetti morali. Un avveduto credente potrà replicare: "Certo, per me i precetti religiosi sono espressione della verità assoluta, quindi - in quanto assoluta - per definizione tutti sono ad essa assoggettabili, in altre parole essa è il bene per tutti e quindi penso che tutti debbano sottostarvi". Innanzitutto magari tutti rispondesssero con questo tenore..eppoi si potrebbe facilmente replicare loro che, se nulla vieta di fare assugere alcuni precetti morali a "massimo bene per l'umanità intera" del resto nulla impone che tale verità sia resa cogente: che sia imposta per via legislativa (temi bioetici cattolici in Italia) o peggio con la violenza (vedi islam radicale e le continue minacce e violenze da esso perpetrate ai danni dell'occidente e dei musulmani moderati).

E' la scissione tra morale e diritto che manca a queste concezioni della vita, la scissione tra peccato e reato. Sarebbe lungo qui ripercorrere il serrato interccio che lega diritto e morale lungo le complesse direttrici della filosofia, della sociologia e la teoria del diritto. Mi basta semplicemente ricordare che quello che mi ha sempre fatto ritenere il pensiero liberale come il migliore tra quelli attualmente elaborati è il fornire linee guida, shapes of mind più che imperativi dettagliati. In tutti i pensieri totalizzanti (tra i quali entrano a pieno titolo anche le religioni atee, come il comunismo ed i vari nazionalismi totalitari) la vita di un individuo è strettamente irregimentata in una serie di diktat, che nel loro complesso compongono una concezione secondo la quale l'individuo stesso finisce per dissolversi, nella massa dei fedeli o nelle classi sociali.

Nel pensiero liberale avviene il percorso inverso: si parte da un principio di fondo, il neminem laedere, la libertà totale finchè non si danneggiano gli altri, per poi fornire la specificazione di esso nei vari campi della vita (economico, sociale, etc.) ed eventualmente apportarvi alcuni correttivi minimi. Ma la concezione di base che pervade la vita di un liberale è un'ampio e residuale spazio per la libertà del singolo. Per questo il liberalismo è tolleranza e il pensiero confessionale è tendenzialmente imposizione. Brutalmente, il liberalismo dice: "se non crei danno ad alcuno tu sei libero di vivere come vuoi"; i pensieri totalizzanti al contrario partono negando questa premessa e dicono: "questi sono i confini entro i quali devi vivere e muoverti: entro di essi e solo entro di essi sei libero". Questi ultimi elevano rozzamente la morale a diritto ("cio che è infinitamente buono per noi DEVE esserlo per tutti") il liberalismo eleva a diritto una generale libertà e rende cogente solo ciò che la viola o che la mette a rischio.

Intendiamoci poi, c'è a mio avviso una minoranza di credenti che comprende questo complesso rapporto tra diritto e morale di matrice liberale e che si rende perfettamente conto che è per merito di esso che l'occidente negli ultimi secoli è progredito migliorando la qualità della vita in modo impensabile agli albori dell'età moderna. E' assolutamente possibile, in altri termini, essere credenti e liberali: il liberalismo NON postula mai l'ateismo. Il liberalismo invece postula SEMPRE la laicità, ovvero la facoltà accordata agli altri di poter vivere la propria vita (specie quella privata) come meglio credono, sempre finché non creano danno ad altri. Quando la maggior parte dei cattolici e degli islamici interiorizzerà questo semplice concetto allora anche l'italia ed i paesi islamici potranno assurgere ad un livello di libertà sociale ed economica ed a una mentalità tollerante propria di paesi, spesso cristiani, in cui però la separazione tra sacro e profano, tra stato e chiesa, è da sempre concepita come una componente essenziale della qualità della vita.
Saluti

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma infatti da quanto capito tu sei anticlericale. Anticlericale cisgnifica essere contro il clericalismo, cioe' quella tendenza del clero (cattolico, islamico, ebraico, pagano o comunista) di imporre la propria morale a tutti.
Cio' che non sei e' antireligioso, e infatti sei un liberale. ;)

Usi mozilla vero?
i post risultano spostati verso il basso e il blog e' "traslato".
controlla con iexplorer.

Herbert ha detto...

sì nel senso che tu intendi sono assolutamente anticlericale. Spesso è molto difficile destreggiarsi tra i termini specialmente quando a qualcuno fa comodo seminare confusione. Pensa solo alla diatriba sul significato di lacio e laicista, assolutamente montata ad arte dai clericali che vogliono comunque chiamare sé stesi laici.
Effettivamente uso mozilla o safari, in quanto ho un mac. Come faccio a sistema re le cose affinchè si veda correttamente anche per explorer? ammetto la mia ignoranza in tal senso...

Anonimo ha detto...

Succedeva anche a me con la mia piattaforma blog Splinder.
Dovresti usare ogni tanto Explorer, magari da un altro Pc se tu non ce l'hai. Li' ti accorgeresti dell'impaginazione sballata. A quel punto cambi il template di modo che vada bene ad Explorer. A volte bastano solo alcuni pixel di larghezza di differenza della colonna centrale per cambiare tutto.

;))

Anonimo ha detto...

E cmq ritornando sull'argomento credo sia giusto, almeno noi liberali, cercare di usare i giusti termini e di spiegare alla gente le differenze sostanziali.
A breve faro' un post sul termine anticlericale.

Anonimo ha detto...

Secondo me sei anticlericale Herbert.... Quoto fabri, nel senso che anticlericale significa essere contrario alla corporativa clericale, non contrario alla religione.

www.italianlibertarians.splinder.com