giovedì, giugno 28, 2007

Dei Facili Entusiasmi per la Messa in Latino



Leggiamo sulla Repubblica una notizia già peraltro nell’aria da tempo, ovvero la ‘liberalizzazione’ della messa in latino.

http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/esteri/benedettoxvi-15/
messa-latino/messa-latino.html

Notizia interessante.

Chi scrive ha avuto modo, qualche tempo fa quando la questione era già ventilata, di ascoltare commenti entusiastici al proposito, da parte di un giovane fedele. Un giovane fedele, che, volle il caso o la Provvidenza, pochi minuti dopo l' elogio con i lucciconi agli occhi si lasciò sfuggire uno strafalcione imperdonabile nella lingua di Cesare (In nomine patris et filiO…). Si scoprì subito che quel giovane fedele il latino non l’aveva mai nemmeno masticato, essendo stato il suo curriculum (ragionevolmente!) incentrato su materie dai più utili risvolti che non le lingue morte. Ripeteva foneticamente. E di, conseguenza, sbagliava. Ma, soprattutto, non capiva.

Ovviamente non si vuole generalizzare. Per quel giovane fedele ce ne sono mille altri, di sicuro, che dominano la lingua dell'Eneide (così come ci sono schiere di latinisti che non si sognano nemmeno di mettere piede in chiesa). Ma un simile episodio ha risvegliato alcune considerazioni sociologiche.

Il latino come lingua liturgica, come ai miei tre lettori sarà facile scoprire anche solo navigando un po', fu ed e' caldeggiato da personalità di alta levatura culturale. La sua sostituzione ebbe alte ragioni, e altrettanto alte ragioni ebbero coloro i quali quelle contrastarono.

Ma a noi interessa l’ atteggiamento del fedele comune. Su quale atteggiamento può basarsi il plauso ad una simile reintroduzione? Azzardo io: su di un atteggiamento superficiale, su di un approccio estetizzante alla Messa. Perché il latino ‘fa atmosfera’. Come a volte si mettono in scena opera liriche ambientate in tempi diversi da quelli immaginati dagli Autori, così adesso si può scegliere la lingua della Messa. Anche se non la si capisce. Un po’ come si sceglie la lingua in un DVD, ma al contrario.

Gesù non parlo’ latino come lingua madre. Latino parlarono semmai i suoi carnefici (Quid est veritas?). E come ogni buon insegnante di ginnasio sa, la pronuncia ecclesiastica e’ un imbastardimento (uno dei tanti possibili peraltro, mancandoci registrazioni dell’epoca). I preti nel frattempo nemmeno più lo sanno, il latino: ci immaginiamo allora riti ancor più zeppi di strafalcioni. Servirà una maggioranza di fedeli: ci immaginiamo allora in Italia, Paese assai amante delle suddivisioni, grandi dispute intra-parrocchiali tra ‘latinisti’ e ‘italianisti’, raccolte di firme, financo boicottaggi. Ma se passera’ il latino, allora, per i suoi superficiali sostenitori, che bello! Come non sentirsi trascinati, quanto ‘fa antico’! Sembrerà quasi di stare in un libro di Tolkien... (A proposito, e le canzoni? Quei valzeroni, quelle schitarrate? Occorrerà latinizzare anche quelli, oppure strideranno!).

Ripeto: non sappiamo se fu un bene o un male, all'epoca, sostituire il latino. Entrambe le posizioni possono essere autorevolmente argomentate (e, come sa chi legge l’ articolo della Repubblica sopra indicato, c’e’ anche adesso una motivazione ‘politica’ soggiacente). Ma far passare, oggi, il messaggio che lo si può ripristinare su richiesta, non fa bene a nessuno, non serve a nulla, tanto meno al latino, e distoglie dal messaggio di fede. Distoglie o perché di fatto impedisce di capire, o perché incoraggia l’approccio-DVD alla Messa di cui sopra. E’ una contro-Pentecoste (cf. Atti 2:4: ‘Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi’). E’ l’ennesima trovata di retroguardia di un Papato che minaccia di escogitarne molte altre.

La prossima volta che qualcuno vi fa l‘elogio della Messa in latino, mostratevi altrettanto entusiasti e poi buttategli li’ quattro o cinque frasi di Cicerone: video, patres conscripti, in me omnium vestrum ora atque oculos esse conversos… Poi spiate la sua reazione.

Padre, perdonali perché non sanno quello che ascoltano.

Valete.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono il quarto dei suoi o tuoi lettori. Non faccio l'erudito per migliorare la credibilità dei miei argomenti, mi limito a dire che non è una questione estetica la messa in latino. Cercare di banalizzare con riferimenti a DVD sinceramente lo trovo un espediente dialettico sleale per condurre acqua al proprio mulino. Il valore della riconferma della validità della celebrazione della messa nel rito precedente sta proprio in questo: nel dire che quella modalità liturgica non è superata, non è vecchia, ha tutto il valore che ha quella con i nel rito postconciliare. Se poi per apprezzare la messa nella liturgia con cui sono cresciuto devo conoscere l'Eneide beh fammelo sapere sapere, e comunicami anche le modalità della prova d'esame. La questione non credo sia culturale, certamente non solo, ma sono certo di una cosa, cercare di mettere in ridicolo qualcuno con la propria istruzione non è cultura, è pavoneggiarsi e basta.

Herbert ha detto...

Beh, è anche vero che ripetere a pappagallo formule di cui non si capisce un cazzo è patetico e umiliante nei confronti dell'umana intelligenza, su ammettiamolo...
Poi è vero che per un credente ciò non sminuisce il valore della preghiera, ma questo è un altro paio di maniche.

Anonimo ha detto...

L'argomento a mio giudizio è marginale rispetto al fatto di dichiarare illegale il rito precedente, cosa mai accaduta nei secoli. E' stata sicuramente una forzatura, una prepotenza ideologica. Oltretutto quel rito era stato riformato da Giovanni XXIII. Quanto alle formule non è detto che una formula in lingua italiana sia, nella sotanza, più comprensibile di una in lingua latina. Se poi cerchi un'occasione per criticare questo papa allora è un'altra la questione.

Balaam ha detto...

Vi propongo le mie contro-obiezioni:

1 - Nessuno mette in ridicolo nessuno. Si mette in ridicolo da se' chi elogia cio' che non capisce, come se io dicessi entusiasta che ho letto 'Guerra e Pace' in russo.

2 - Per capire una Messa in latino non occorre sapere l' Eneide: occorre sapere il latino.

3 - Ma la Messa, appunto, non e' ne' 'Guerra e Pace' ne' una versione. E' un rito di cui deve essere preservata la sostanza, il messaggio. E usare una lingua non dico 'superata', ma di certo non capita dalla maggior parte dei fedeli, e' un atto oscurantista, snobistico e controproducente.

4- Inquietante trovo questo passaggio: 'non è detto che una formula in lingua italiana sia, nella sostanza, più comprensibile di una in lingua latina'. Se cosi' fosse, sarebbe un problema molto grave; e ripristinare il latino non andrebbe sicuramente nella direzione di una sua soluzione.

In una frase: la Chiesa vuole dei pappagalli (in latino, in italiano, uguale) o delle persone che capiscano gli articoli di Fede?

Infine: non era affatto mia intenzione criticare il Papa 'a tutto tondo'. Se c'e' anzi un aspetto per cui ammiro l'attuale Pontefice e' quello culturale. Ho recentemente letto, per esempio, con molto profitto il suo 'Jesus von Nazareth', quello si', un ottimo tentativo di comunicare contenuti difficili e delicati in forma semplice.

Anonimo ha detto...

probabilmente presi come siete dall'Eneide e dall'acrimonia apriori verso la chiesa non aete mai partecipato ad una messa in latino. la comprensione stupefacente di quanto viene affermato e condiviso è stata la modalità che hanno vissuto miliardi di uomini e donne in secoli distoria. quello che non si comprende si può imparare e vi assicuro nei posti più sperduti della terra ci sono poveri e semplici che conoscono perfettamente il significato vero delle loro orazioni latine. che poi filio o filius per qualche spocchioso sia un problema insormontabile alla Chiesa non frega un beato cazzo.

Anonimo ha detto...

1° Le generazioni che ci hanno preceduto seguivano la messa con il "Libro da Messa" e ripetendo per anni le stesse preghiere, oltre che saperle a memoria, ne capivano molto bene il significato anche perchè i sacerdoti lo spiegavano loro fino dall'infanzia.
2° Il vangelo veniva letto in latino all'altare e spiegato in lingua corrente nel sermone che ne seguiva.
3° L'uso del latino evitava le logorroiche tiritere che ci propinano certi Preti vogliosi di predicare anche quando leggono la lista delle cerimonie della settimana seguente.
4° Il fedele italiano che entrava in una chiesa Cattolica di Colonia, di Parigi, di Londra, di Buenos Aires di Rio o del Katanga o di qualsiasi altro posto e viceversa, poteva seguire la parte essenziale della funzione nella lingua universale della Chiesa.
5° Le funzioni avevano cosi un significato, oltre che universale, costante nei secoli e per tutti i Cattolici del mondo.

Herbert ha detto...

ok apprezzo le vostre critiche, ma vi chiedo:
1- che senso ha, in un epoca ben più globalizzata rispetto a 50 anni fa, con una chiesa cattolica che nei paesi in via di sviluppo sta cedendo fedeli ai protestanti, introdurre un ulteriore ostacolo alla diffusione della parola di Dio?
ribadisco: a me frega relativamente, in quanto non cattolico né religioso, ma volgio ragionare in termini puramente machiavellici: cui prodest? e soprattutto
2- ha senso riavvicinare i tradizionalisti e i sedevacantisti (che alla fine sono 4 o 5 sparuti soggetti) rischiando di allontanare nuove masse di fedeli?
e ancora:
3- non trovate che il fatto stesso che debba sempre e necessariamente esserci un prete come filtro tra la parola di cristo ed il fedele sia un incentivo all'ignoranza dei fedeli ed ad una loro manipolabilità?
posso capire l'esigenza di avere un'interpretazione "ufficiale" della parola ma proprio per questo
4- non è male che ogni prete possa ergersi ad unico tramite nei confronti della sua comunità dei fedeli?
a queste problematiche mi piacerebbe che qualcuno di voi ferventi cattolici rispondesse compiutamente, e forse si instaurerebbe un interessante confronto. saluti

Anonimo ha detto...

Non so se qualcuno l'ha già detto, perché non ho letto tutti i commenti, ma il latino era lingua universale e linguaggio della Chiesa in tutto il mondo.
Io che vivo all'estero troverei giusto che la Messa fosse in latino. Le vecchiette che un tempo affollavano le chiese hanno sempre saputo di cosa si parlava...

Anonimo ha detto...

1 - In “un epoca ben più globalizzata” ha ancora più senso rivolgersi ai fedeli con una sola lingua universale che sia resa comprensibile a tutti. E se il passaggio di fedeli ai protestanti fosse dovuto al fatto che si sono abbandonati riti e tradizioni secolari di carattere universale per cui non si riconoscono più nella Fede Cattolica ?
2 - Conosco fedeli che non vanno più in Chiesa perché non vi trovano più il Dio dei loro antenati, se assistono a funzioni, queste sono eterogenee e differenti da una chiesa all’altra, se ascoltano sermoni, questi sono pieni di vuote parole e qualcuno afferma addirittura che ricomincerà a frequentare la Messa quando il rito verrà celebrato in latino.
3 - Domineddio ha detto ai suoi discepoli : “Andate per il mondo e predicate la buona novella” e molti di loro e migliaia di loro successori l’hanno fatto al costo della vita. Non ha detto:”Statevene buoni che la buona novella si espanderà da sola con l’aiuto degli altri”.
4 - Se una Fede deve essere Fede essa deve obbedire a precisi comandamenti immutabili nel tempo e non adeguarsi alla moda come la forma e le dimensioni delle mutande. E sono convinto che l’istruzione religiosa che mi è stata impartita è la stessa che è stata impartita, e con gli stessi metodi, ai miei nonni , bisnonni e a coloro che li hanno preceduti. Personalmente, anche se ho frequentato il Ginnasio in un collegio Salesiano, nessuno mi ha manipolato in campo religioso e non; anzi, devo alla qualità della mia formazione se nessuno è mai riuscito a manipolarmi in alcun modo sia in campo intellettuale che professionale.
5 - Se ho dei problemi di statica, mi rivolgo ad un Ingegnere specializzato, se ho dei problemi di salute mi rivolgo ad uno specialista del ramo, se ho problemi linguistici mi rivolgerò ad un traduttore, ma mi sarà sempre di conforto, nel caso avessi problemi di coscienza o di comportamento o di carattere spirituale, avere l’appoggio di un Sacerdote “come quelli di una volta” che percepivano il loro mandato come una missione.
6 - Il Sacerdote non deve essere e non è mai stato l’unico tramite tra il fedele e Dio e non è e non è mai stato filtro ma diffusore della sua parola. `Deve essere come è sempre stato, colui che indica al fedele la via e il modo per rivolgersi direttamente a Dio. Quando il fedele prega infatti si rivolge direttamente a Dio e non al Sacerdote..
7 - È chiaro che il Sacerdote è un uomo e, come tutti gli altri uomini, soggetto a commettere errori, ma la sostanza e quella.
8 - Gli attuali uomini di Chiesa non commettono alcun errore adoperandosi per reintrodurre il latino nella liturgia. L’errore incommensurabile l’anno fatto coloro che a suo tempo l’hanno eliminato.

Balaam ha detto...

Vorrei replicare ad alcuni punti dei nostri critici, che peraltro ringrazio moltissimo dei loro contributi:

1. "che poi filio o filius per qualche spocchioso sia un problema"

No, non e´affatto un problema. Non scrivo in quanto latinista e / o "purista" offeso! Se non e´chiaro me ne scuso. Nell´episodio che e´stato spunto per le mie riflessioni, qualcuno ha elogiato la Messa in Latino, poi il suo strafalcione e´stato l´indizio del fatto che il latino non lo conosceva (come ho poi saputo dietro esplicita domanda). Con l´errore in se´ (e con l´ignoranza del latino) io non ho alcun problema.

2. " il latino era lingua universale e linguaggio della Chiesa in tutto il mondo."

Mezza vera e mezza falsa. Il latino era la lingua dei dotti, e della Chiesa in particolare. Ma mai saputo che sia stato una lingua "universale"!!! Anzi. Ricordate Renzo Tramaglino? Don Abbondio non sapeva che dirgli per tenerlo buono, e scelse appunto due o tre paroloni latini per confonderlo: lui giustamente si irrito´ contro quel latinorum di cui non sapeva che farsene!

Voi scambiate costantemente l´universalita´dell´USO con l´universalita´della COMPRENSIONE. Ma il primo senza la seconda e´cieco, o tutt´al piu´, fruizione estetica, superficiale.
E in un mondo che il latino non lo conosce piu´l´uso non puo´oramai che essere cieco.

3. "Conosco fedeli che non vanno più in Chiesa perché non vi trovano più il Dio dei loro antenati, se assistono a funzioni, queste sono eterogenee e differenti da una chiesa all’altra"

Appunto! E´l´approccio da DVD alla Messa. La SANTA Messa, per la precisione. In cui si comunica la parola del Signore e in cui AVVIENE (LO AVETE DIMENTICATO???) UN MI-RA-CO-LO! La vera Universalita´non e´quella del fedele che va in una chiesa di Buenos Aires, berlino o Tokyo e sente sempre la stessa lingua MA quella di un miracolo (posto che ci crediate si intende) che si replica nel contesto di QUALUNQUE messa.

Che vuol dire che non ci trovavano piu´´il Dio degli antenati?´Tutt´al piu´non ci trovavano piu´il latino! Queste affermazioni sono sconfortanti e dimostrano come la Cattolicita´abbia incoraggiato approcci sempre piu´superficiali. Límportante e´il rito con le sue forme, e se quelle non ci sono piu´di butta via anche la sostanza.


4. "Domineddio ha detto ai suoi discepoli : “Andate per il mondo e predicate la buona novella” "

Si´, certo, ma ha dato loro anche il dono delle lingue (vedi il riferimento alla Pentecoste nel mio articolo).

Cito S. Agostino come fu citato da Giovanni Paolo II nella "Fides et Ratio" (6, 79) ´La fede se non e´pensata e´nulla´.

Valete.

Anonimo ha detto...

Le argomentazioni sono varie e ciascuna ha le sue parti di verità. Ma principalmente la questione non è decidere se va meglio una o l'altra. Il fatto principale è che un rito è stato dichiarato fuori legge, cosa mai accaduta in 1970 anni. E' stata tolta la possibilità a chi desiderava proseguire con il rito precedente, di farlo. Ciò che era lecito e buono fino a poco prima è divenuto illecito poco dopo. Questa è la questione, coloro che preferivano il rito latino sono stati messi fuori legge e messi nella posizione di desiderare qualcosa di illecito, di essere legati a qualcosa che era non legittimo. Qui sta la prepotenza ideologica e la mancanza di rispetto. Poi parleremo di latino di eruduzione, di errori e strafalcioni, di snobbismo o di valzeroni. Tu parti nel post cercando un'occasione per parlar male del papa questo è il movente del post (a mio parere). Della messa in latino o in italiano te ne frega quasi (si fa per dire) nulla. Il mio rispondere alla tua argomentazione fondamentalmente voleva dirti che potevano esserci persone (io ad esempio) alle quali interessava anche molto l'argomento e quindi (se l'argomento non ti interessa, scusa, perchè ne parli?) Poi scopro che, in fondo, ti piace che l'argomentazione si sviluppi con contenuti rispettosi e significativi. Tu puoi essere ateo o quello che vuoi ma se non ti rapporti in modo rispèttoso verso ciò che osservi ti condanni a perdere il 90% di ciò che posservi. Torniamo a noi. Il rito latino certamente come ci dice Lontana ci unisce molto di più e quindi esprime meglio l'universalità rispetto al particolare, secondo me limita il celebrante al suo ruolo codificato e questo sta stretto a molti preti che hanno voglia di "esprimere" la loro personalità (e te li ritrovi che se ne approfittano del fatto che tu devi stare in silenzio). Il rito nuovo ha dato anche questi aspetti alla celebrazione liturgica. Tu non vai a messa ma prova ad immaginare di andarci e ti trovi il celebrante che continua a inventarsene una e ti confeziona la messa a modo suo, in un caso simile ti rendi conto che fai parte di quel momento e ti riuslta molto più difficile sentirti in condivisione con milioni di altri. Ti ho voluto esprimere questi argomenti, parziali ma non infondati, per farti capire che nel pensiero cristiano non c'è la banalità dei fatti ma la complessità dell'animo e (ripeto) se ti avvicini con spirito superficiale perdi il meglio. Comunque sia (se mi permetti) io converso solamente con chi un po' stimo.

Herbert ha detto...

bah, caro dopobarba, non capisco francamente la tua acrimonia nei confronti miei o del mio co-blogger autore del post.
Non mi sembra che in esso siano riscontrabili aspetti irrispettosi, offensivi o denigratori tali da instillare la disistima di chi è credente. Balaam prima e io più modestamente nei commenti ci siamo permessi di fare alcune obiezioni a questa decisione. Non c'è alcuna velleità di condanare un papa in sé e per sé, ma solo di esaminare - anche criticamente- una sua decisione che farò discutere. precludersi il dialogo con chi la pensa diversamente mi sembra abagliato a priori, specie quando si parla di religioni, che, come dice la radice greca, avrebbero il compito di unire. Poi sei anche libero di pensare che io e Balaam siamo due mangiapreti giacobini, ma sappi che sarebbe profondamente sbagliato e riduttivo.
Se qualcuno invece volesse chiarire gli interrogativi posti farebbe opera a mio avviso meritoria.
ciao

Balaam ha detto...

Io non intendo criticare il Papa a vuoto, e rispetto quello attuale, pur dissentendo su varie decisioni ed esternazioni. Casomai intendo criticare i credenti superficiali, vero obiettivo polemico dell´articolo.

In fondo l´infallibilita´vale solo per le questioni ex cathedra. Se leggi l´introduzione al suo Jesus von Nazareth, vedrai ad esempio che e´lui stesso ad ad ´autorizzare´il confronto critico con le sue posizioni. Ancora una volta: rispetto Ratzinger (distinguiamo l´errante e l´errore...). Non tutti quelli che criticano il Papa lo fanno per acrimonia (del resto anche tu parli di ´prepotenza ideologica´in merito ad una decisione intra-ecclesiastica, risalente, in ultima istanza, a un ben preciso Romano Pontefice!)

Quanto a me. Non sono ateo, e mi considero cristiano. La questione della Fede mi sta molto a cuore, e anche quella della Messa (non confondere le mie posizioni con quelle dell´altro proprietario del blog, che forse a temi religiosi e´-peraltro legittimissimimamente!- meno interessato, per formazione personale e professionale).

E sulla questione della ´illegalita´´della Messa in latino hai perfettamente ragione.

Un´altra cosa su cui ti sbagli (mi riferisco alla nostra comunicazione privata) e´la mia assimilazione al "cattocomunismo". Da cui sono molto, molto distante.

Il titolo dell´articolo e´ "dei FACILI entusiasmi per la Messa in latino". Questo non esclude che ve ne siano anche di fondati, e argomentati. Come il tuo. Ma, ripeto, non sono la maggioranza: e ripristinare la Messa in latino con quel sistema della ´maggiornaza´ a me sembra una scelta che svia dalla sostanza della Messa. Soprattutto se poi questo incoraggia ragionamenti del tipo "serve a ritrovare il Dio degli antenati".

Tu stesso (sempre nella tua gradita mail) hai parlato di "annoiate assemblee": se sono annoiate e´perche´sono superficiali! Come possono ´annoiarsi´ di un rito in cui avviene la Transustanziazione?! E tornare al latino forse un modo per ´vivacizzarle´??? Ancora una volta: approccio da DVD.

Con immutata stima - e buona domenica!

Anonimo ha detto...

Ho commesso un errore, importante, ho confuso l'autore del post con il suo condomino, i commenti successivi al primo sono rivolti a Herbert B come se suo fosse il post. L'errore è grave e mi scuso. C'è anche un altro equivoco con Balaam, io non ho avuto corrispondenza privata perchè non conosco la mail e non ho pensato al cattocomunismo. A prescindere dagli errori, ho notato però una cosa che rispetto al tono canzonatorio del post, i commenti successivi hanno preso una piega più attenta, mi considero soddisfatto, era quello che volevo. Quando poi mi dai perfettamente ragione in merito alla prepotenza ideologica insita nella "illegalità della messa in latino", allor per me è un trionfo. Se rendere illegale il rito è stato un errore, a tale errore si deve porre rimedio. Se porre rimedio a tale errore rende "entusiasti" qualcuno, cioè coloro che lo hanno subito, allora mi domando perchè mai questo ti debba dare fastidio. Ti dispiace che io alzi la testa e sia contento che un'ingiustizia sia riparata? I momenti buoni ci sono un po' per tutti o li vuoi tutti tu? Un saluto anche al tuo amico indifferente

Balaam ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Balaam ha detto...

[Scusate, c´e´stata una live confusione di identita´, che in ogni caso non intacca la sostanza della discussione]

Io elogio la preparazione di Dopobarba. Ma non tutti sarebbero in grado di argomentare questa reintroduzione come lui. Quanti ancora, dopo tutti quegli anni, vivono davvero il divieto (errato, d´accordo) come trauma? Quanto e´davvero urgente il ripristino? Quanto puo´davvero essere apprezzato in modo non superficiale? Non vedete che anche nel piccolo del nostro dibattito ha fatto saltare fuori bestialita´come quella del ´latino lingua universale´ della ´perdita del Dio dei Padri´?

L´impressione e´ che i fedeli sappiano sempre meno cio´a cui credono o dovrebbero credere. Non c´e´da stupirsi, dopo anni e anni di catechismo affidato alla raffazzonata preparazione serale di laici non veramente addentro alle cose della Fede.

Io e Beiderbecke (che non e´ ´disinteressato´: semplicemente volevo dire che la scelta del tema e´stata mia) ci rallegriamo di interventi argomentati, anche se poi ne dissentiamo. Meno stimabili sono post del tono "...alla Chiesa non frega un beato cazzo", che non mi pare farebbe molto contento il Sommo Pontefice. Infine, il tono dell´articolo non era canzonatorio, bensi´ironico.

Anonimo ha detto...

Su invito dell'amico Balaam, eccomi a inserire il mio commento, in veste di cristiano cattolico.
Personalmente la querelle sulla messa in latino non mi ha mai coinvolto più di tanto; tuttavia forse è bene specificare ciò che un cattolico, almeno credo, dovrebbe ritenere a riguardo della messa, che non è un rito a cui assistere, caratterizzato da questo o quell'altro risvolto culturale (che pure ci sono), ma un evento a cui partecipare; nella messa incontriamo Gesù che si offre per Amore e, sotto i segni del pane e del vino, ci dona la Sua vita. Dunque, almeno a mio sentire, ritengo che la piena comprensione di ciò che la liturgia eucaristica esprime sia fondamentale al fine di viverla in maniera davvero spirituale (e sotto questo punto di vista la lingua latina sarebbe una barriera per tante persone, celebrare in latino dando ai fedeli dei foglietti con traduzione mi sembra francamente ridicolo); che poi in seguito al Concilio si siano avuti anche abusi e sciatterie durante le celebrazioni è altrettanto vero (ma non facciamo l'errore di gettare il bambino con l'acqua sporca); eppure io ho preso parte a tante messe col rito di Paolo VI davvero celebrate con grande raccoglimento e preghiera. Se poi ci sono persone che, per la loro età o la loro sensibilità, ritengono di poter pregare meglio con il vecchio rito in lingua latina, credo sia giusto dare loro questa possibilità, purchè qeusto non diventi occasione di contrapposizioni o scontri all'interno delle comunità cristiane.
Cari saluti a tutti

Anonimo ha detto...

Vedi Metastasio, il problema non è di dare loro la possibilità di pregare in latino, il problema è di averla tolta andando contro alla consuetudine millenaria. Non è una gentile concessione degli illuminati, è il riconoscimento di un abuso ideologico, di una prepotenza. Questa prepotenza e questo abuso rimangono anche se se pone rimedio. quindi non ci sono da mettere codizioni poichè le condizioni vengono poste da chi concede e non è questo il caso. argomentare utilizzando questioni di autentica partecipazione alla preghiera sono modi subdoli per non ammettere ciò che deve essere ammesso, i cattolici che preferivano il rito tridentino hanno subito un'ingiustizia che è andata a vantaggio di quelli che preferivano il contrario in quanto essi venivano a trovarsi nella posizione dei "giusti". Chiaramente il rito rappresenta un elemnto su cui si deve fare emenda, poi arriveranno gli altri ed è questa la cosa che si teme, non tanto il rito ma che sia venuto il tempo per fare del progressismo a tutti costi un epoca superata alla quale si dovrà porre rimedio dei danni che sono stati commessi. Quindi ogni "purchè" è un tentativo ideologico di difendere le proprie posizioni di privilegio a danno di altri, è una tracotanza fatta in italiano e molto chiara e comprensbile anche se uno parla solo dialetto. Senza voler entrare nello specifico della liturgia (commetterei certamente degli errori) voglio solamente dirti Metastasio che il prete che celebra se si mette a inventare è perchè gli va stretto il suo ruolo e in quel modo usa dei poveri fedeli per fare ciò che più gli aggrada, mancando gravemente di rispetto all'asemblea. Definisci la questione una querelle che non ti ha mai coinvolto più di tanto, te credo andavano le cose come piaceva a te perchè mai avresti dovuto farti coinvolgere? La cosa non ti coinvolge ma affermi che "la piena comprensione di ciò che la liturgia eucaristica esprime sia fondamentale al fine di viverla in maniera davvero spirituale (e sotto questo punto di vista la lingua latina sarebbe una barriera per tante persone, celebrare in latino dando ai fedeli dei foglietti con traduzione mi sembra francamente ridicolo)" quindi gli altri non parteciperanno in maniera davvero spirituale (sottindenti da furbetto). mi dovresti spiegare perchè nei documenti conciliari sia auspicato l'uso della lingua latina e perchè spesso si celebri in latino in Vaticano? La questione non è l'utilizzo del latino ma del rito precedente, quello di San Pio V , spazzato via dall'oggi al domani con, a mio avviso, prepotenza ideologica. Cosa ci voleva ad ammetere la convivenza? No s'è voluto un atto di forza al quale ora si deve riparare, certo c'era il 68 e ci si voleva mostrare moderni, bel guadagno che è stato fatto. Credo che Balaam ti abbia invitato a dire la tua per provocare (bonariamente) la discussione, ecco fatto.

etendard ha detto...

Una domanda ad Herbert e a Balaam: ma se non siete cattolici e non andate a messa, che cosa vi importa del rito di Pio V in lingua latina? Non è che vi importa perché c'è qualcosa di più di un banale prurito anticlericale? Allora, se il vostro problema è che vorreste finalmente riconciliarvi con la Chiesa, ma permangono delle fastidiose reticenze, il consiglio che vi si può dare, figlioli, è il seguente: armatevi di un po' di sana umiltà, andate a seguire un corso di catechismo nella parrocchia a voi più vicina e fate una bella confessione. I vantaggi maggiori li ricaverete quando assisterete ad una messa, in lingua italiana o latina fa lo stesso.
Scherzo, non ve l'abbiate a male. E' solo che mi colpiscono coloro che fanno le pulci ai cattolici usando addirittura un tono canzonatorio.
Molto belle le osservazioni di Pippo.

Ciao

Balaam ha detto...

Pardon, Hoka Key, ma chi ha mai detto che non vado a Messa? Non abbiamo il piacere di conoscerci personalmente, inoltre, ma se cosi' fosse capiresti che non ho bisogno di catechismi perche' la Dottrina la conosco assai bene. E poi mi sembra che disuctere un tema attuale non sia ' anticlericalismo'... Devo ripetermi sul fatto che la critica al Papa non era 'a tutto tondo', etc.? Mi pare di avere anche elogiato qualche cos' altro che ha fatto...
Puoi dare tranquillamente dell' anticlericale a qualcuno piu' superficiale.
Inoltre: ma chi fa 'le pulci ai cattolici'? Il tema che ho proposto e' innanzitutto la decisione di uno specifico Papa - decisione che ha una ricaduta sociologica la quale (a) puo' essere benissimo osservata e giudicata anche da chi cattolico non e' ma ha gli occhi e le orecchie un po' aperti e che (b) ha come risultato, in alcuni casi, di scoprire che ci sono anche fedeli pensanti e preparati come il ns. Dopobarba, ma anche tantissimi, troppi, che sostengono tesi assurde (e anti-cattoliche, in fondo) come quella della "perdita del dio dei padri insieme al latino" (tra parentesi: e' un' osservazione 'bella'? Io la trovo sconfortante...).

Mi sembra, infine, che il giudizio di Metastasio sia molto equilibrato, visto che da un lato sottolinea la ridicolaggine dei "foglietti" (Messa a "pizzini"?!?) e dall'altro spazza via quell' approccio 'estetizzante' ala Messa, che, temiamo, e' il prevalente...

Ossequi.

Unknown ha detto...

a questo proposito vi riporto una chicca gramsciana, gustosissimo aneddoto sociolinguistico dal sapore antropologico che dal carcere Antonio raccontava divertito non ricordo a chi: in Sardegna tra le anziane signore bigotte un perfetto esempio di fede cattolica e retta condotta era quella della "Donna Bisodia", addotta ad esempio ogni qual volta il bambinetto sgarrava, che era una mitica figura nata dalla storpiatura linguistica del padre nostro in latino, da "Dona Nobis hodie"....Questo era ed è sempre stato ciò che la gente comune capiva del latino che pronunciava....
Ciao,Chiara