domenica, maggio 20, 2007

Di tesoretto, pubblico impiego ed altre amenità





Se ne parla da mesi ormai, tutti lo agognano, tutti ne chiedono una parte. Il cosiddetto "tesoretto" accumulato da Prodi è oggetto delle brame dei sindacati, che vorrebbero destinarlo al rialzo degli stipendi dei dipendenti pubblici, di chi, come D'Alema, che vorrebbe fosse usato per aumentare le pensioni più basse, e di chi, come Rutelli sembra volere (anche in questo caso con una buona dose di demagogia) spenderlo per ridurre l'ICI sulla prima casa, e chi più ne ha più ne metta. C'è un tale caos, talmente tante voci che si sovrappongono, tante parti che rivendicano, che si è pensato bene di indire un vertice al riguardo .
Ora, è opportuno fare qualche considerazione su quale sia la destinazione migliore che a quei soldi generosamente sottratti ai contribuenti dovrebbe esere impressa.


In primo luogo le proposte dei sindacati (come quasi sempre accade) non possono essere accolte: il pubblico impiego non ha assolutamente bisogno di nuove elargizioni una tantum, inadatte a coprire un aumento che "una tantum" non sarebbe. inoltre, se si volesse davvero dare una sistemazione al settore pubblico, bisognerebbe prima imprimere a tale settore una profonda riorganizzazione, che inevitabilmente dovrebbe toccare anche il regime dei licenziamenti e più in generale l'apparato sanzionatorio, a tutt'oggi inefficace o pressoché inesistente. Bisognerebbe poi far capire a Epifani & c. che il settore pubblico italiano è totalmente privo di mobilità, anzi è proprio il simbolo dell'immobilismo, in quanto consente a dipendenti inetti di perpetuare la loro incapacità e inefficienza per anni, e ricordiamoci che è proprio questa grande massa di incapaci intoccabili la principale responsabile del precariato di cui si lamentano in paricolar modo i dipendenti giovani: se non si può minimamente riorganizzare la struttura costosa ed inefficiente, la maniera migliore di contenere i costi è lasciare ad oltranza i nuovi dipendenti assunti entro un regime contrattuale che all'ammnistrazione costi zero e che è rescindibile a piacimento.
Dal momento che i sindacati italiani non sarebbero disposti a prendere in considerazione nemmeno per un momento simili questioni, il tesoretto è meglio che se lo scordino.


Anche l'aumento delle pensioni suggerito da D'Alema, al di là della carica demagogica di una simile misura che gioverebbe certamente al governo i crisi di consensi, è meglio non sia posto in essere. Abbiamo un sistema pensionistico che ci costa in modo esorbitante. Anche in questo caso il tesoretto, che dovrebbe ammontare a circa 2,5 miliardi di euro, non porterebbe grandi benefici ai pensionati e così sarebbe dissipato senza apportare beneficio alcuno all'economia del paese.


In linea di principio la soluzione più logica ed equa sarebbe restituirli ai contribuenti: da voi gli ho presi, a voi li rendo, anche in forma di riduzione dell'ICI. Non sarebbe una cattiva idea e sarebbe la soluzione più ortodossa dal punto di vista libertario, però se oggi si riduce l'ICI, si crea una minore entrata futura per gli enti locali, e quindi si deve contestualmente anche concepire misure per compensare questa minore entrata, o creandone di nuove sempre di natura fiscale (e queste non sono mai auspicabili), oppure preventivando già dei tagli di spesa. Altrimenti il tesoretto altro non farà che creare un vulnus per le finanze pubbliche.


Alla luce di tutto ciò credo che questo piccolo malloppo debba essere usato per un investimento, ossia per una misura che consenta in un futuro piuttosto prossimo al sistema economico italiano di raccoglierne i frutti. Quindi o si riduce il debito pubblico, come suggerisce Padoa Schioppa, e così facendo si potrebbe iniziare ad allentare un giogo che da sempre grava sulle finanze dello Stato, oppure - e forse questo sarebbe ancora più auspicabile - sarebbe utile impiegarlo per la riduzione del famigerato cuneo fiscale, allentando così la morsa dell'erario sulle imprese di casa nostra, che sono tra le più oberate di tutto il mondo occidentale. Così facendo si incentiverebbero gli investimenti privati, le assunzioni e finalmente si incrementerebbe la competitività e si farebbe crescere l'economia. Tutto ciò sarebbe una mossa saggia, ma temo che in questo clima di sopravvivienza giornaliera il governo baderà più alla popolarità che alla reale utilità del provvedimento da prendersi. Vedremo e speriamo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma come? Rutelli non dava del pazzo a Berlusconi riguardo all'ICI?

Sono d'accordo con tè. I soldi del tesoretto vanno ritornati a chi sono stati presi

Anonimo ha detto...

OT: Herberto ti ho scritto in privato su splinder.

www.italianlibertarians.splinder.com